martedì 30 marzo 2021

L'UMBILICUS URBIS ("ombelico della città di Roma")

Altra meraviglia di Roma...tra storia e leggenda... L'UMBILICUS URBIS
🎶🎵“... questo è l'ombelico del mondo l'ombelico del mondo l'ombelico del mondo questo è l'ombelico del mondo

Questo è l'ombelico del mondo è qui che nasce l'energia centro nevralgico del nuovo mondo da qui che parte ogni nuova via dalle province del grande impero sento una voce che si sta alzando questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando....”🎶🎵
"Nei pressi dell’arco di Settimio Severo esiste ancora una base circolare che contrassegnava e sosteneva l’umbilicus Urbis, l’ombelico della città, cioè del mondo." (Corrado Augias)
L'Umbilicus Urbis Romae è una costruzione conica in mattoni alta 2 m e con un diametro di 4.45 m.,risalente all'epoca severiana, un tempo rivestita di marmi bianchi e colorati, situata nel Parco Ecologico del Colosseo, nel Foro Romano, Rione Campitelli,tra i Rostra e l'Arco di Settimio Severo.

Come l'omphalòs greco è il centro del mondo, così l'ombelico di Roma, non solo è il centro della città, ma poichè l'Urbe è la Caput Mundi, è il centro del mondo.
Infatti in latino la parola umbilicus ha vari significati: ombelico, cordone ombelicale ma anche centro, punto centrale. 

Il fatto di essere il centro della città e di avere una cavità sottostante riporta al racconto della fondazione di Roma fatto da Plutarco: questi infatti narrava che Romolo scavò una fossa circolare "nel luogo che ora è chiamato Comizio”e vi gettò dentro le primizie di ogni cosa.

Un'offerta sacrificale agli Dei, ma non si parla di animali uccisi bensì di primizie, il che fa pensare a un antichissimo rito alla Dea Terra, a cui si dedicavano le primizie dei campi. 

I seguaci di Romolo, a loro volta, vi gettarono un pugno della loro terra di origine, in tal modo le terre si univano sotto la stessa Dea e la stessa Urbe. 

Sembra che lo stesso rituale, di gettare un pugno della terra natia nell'umbilicus, fosse rimasto per ogni nuovo cittadino romano. 

Questa fossa era chiamata dai Romani "mundus", con lo stesso vocabolo usato per indicare l'Olimpo. Plutarco prosegue dicendo.che la fossa chiamata "mundus" era considerata il centro del solco circolare tracciato intorno ad essa con un aratro, trainato da un bue e da una vacca che vi erano stati aggiogati: questo solco era il “pomeri” di Roma, cioè l confine Sacro è inviolabile della città.

 

Ha una piccola porta che conduceva in una area sotterranea: un sacrario che metteva in contatto il Foro con le profondità, con il ventre della terra, il Regno dei morti.

L’apertura era chiusa da una pietra per tutto l'anno ad eccezione di tre giorni, il 24 agosto, il 5 ottobre e l'8 novembre, quando veniva aperta per mettere in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti, regno di Plutone e Proserpina, il rituale del "mundus patet" (il mundus è aperto).


In questi tre giorni era proibito svolgere qualsiasi attività pubblica, i Romani ritenevano che era meglio andare a combattere quando fosse chiusa la bocca di Plutone ovvero la bocca degli inferi.

A ROMA SE DICE: da qui la tradizione romana di “scavare una fossa”, la fossa che collega il confine fra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti. 

Marzia e Tony Grazie della lettura :-) 

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