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domenica 11 aprile 2021

Gli antenati del pallone e del Tennis nell'Antica Roma - Le Terme di Caracalla



Domenica piovosa a Roma 🌧☔️….. soprattutto gli appassionati di calcio ⚽️ sono contenti perché possono seguire tutto il “campionato minuto per minuto” e spaparanzarsi sul divano 🛋, la classica domenica italiana.

Visto che siamo appassionati di Roma e dell’antica Roma vediamo gli antenati del pallone e del Tennis altro sport molto seguito la domenica e non solo….. chissà se la canzone 🎵 🎶“a Caracalla i Romani giocavano a palla” 🎵🎶 ha dei fondamenti storici.

Terme di Caracalla

Le Terme di Caracalla vista da''alto


LARA JAIONE 🎤- ALLE TERME DI CARACALLA; Valzer di Jean Savàr - Pinchi; 1949; Orchestra ritmo melodica diretta dal Maestro Armando Fragna; Cetra



Link per ascoltare la canzone:

https://youtu.be/VfmnflcNJsw 🎵🎶 “Alle terme di Caracalla romani giocavano a palla, dopo il bagno verso le tre chi la tira a me, chi la tira a te, o con le mani o coi piè"🎶🎵 Nell’antica Roma le terme rappresentavano un luogo di ristoro e di ritrovo per i cittadini del tempo, dove ci si dedicava alla cura del corpo.
L’accesso era gratuito e, pertanto, aperto a tutti gli strati sociali: un modo per garantire la salute pubblica, fondamentale in una città di più di un milione di abitanti. Ma, dunque, è vero ciò che dice il detto? Tra le varie attività praticate alle terme si può annoverare il “gioco della palla”? ☄️È probabile sono stati rinvenuti dei reperti che lo testimoniano. In alcuni dei famosi mosaici di Piazza Armerina, della celeberrima villa siciliana di Massimiliano Erculeo (IV sec. d.C.), due ragazze in bikini sono raffigurate mentre si dilettano nel rilanciarsi una piccola palla colorata.

mosaici di Piazza Armerina, della celeberrima villa siciliana di Massimiliano Erculeo (IV sec. d.C.

A Roma, in un affresco rinvenuto all’interno di una tomba della necropoli della Via Portuense (metà del II sec. d.C.), un gruppo di giovani è immortalato durante una spensierata partita di palla a mano.

Affresco rinvenuto all’interno di una tomba della necropoli della Via Portuense (metà del II sec. d.C.)

Nelle Terme presero corpo i giochi con la palla, vi erano riservati spazi esclusivi.

Per es. negli Epigrammi, Marziale ci dice che il gioco con la palla era uno degli sport più diffusi a Roma. L’harpastum, noto anche sotto il nome di harpustum, era un suggestivo gioco atletico sferistico praticato dagli antichi romani.

Chiamato da molti “gioco della palletta” lo sport prevedeva, appunto, l’utilizzo di uno strumento sferico, la palla.
Quella impiegata, in particolare, era di piccole dimensioni e corrispondeva, più o meno, ad un moderno pallone da calcio o da pallamano.
Come per altre usanze, i nostri antenati avevano importato questo gioco di squadra dall’antica Grecia: lì erano venuti a conoscenza di questo suggestivo allenamento ludico, durante le campagne di conquista del II secolo a.C. L’origine stessa del nome, infatti, derivava dal verbo greco harpázō, ovvero “strappare via, portare via”, in riferimento all’atto del rubare la palla all’avversario. Divenuto presto parte integrante dell’attività fisica dei gladiatori e dei legionari, il gioco si diffuse, poi, all’interno di tutto l’impero, tanto che, nel corso di qualche spedizione, non era raro assistere ad una partita fra romani e popolazioni autoctone. A sua volta, il campo, essendo uno spiazzo di terra semplice e senza erba, causava nell’aria una costante nuvola di polvere, perciò molti amavano chiamarlo Pulverulentus: tra feroci contrasti e nebbia scura, l’Harpastum poteva somigliare ad una vera e propria lotta. Ora, immaginando la scena, tutto farebbe pensare ad un vecchio parente del calcio fiorentino, padre del nostro calcio. Tuttavia secondo altri infatti, l’Harpastum ricorderebbe nei fondamentali il gioco del rugby. Esistevano di fatto diversi tipi di palla, riempite di piume o ad aria, ma la pila più comune era realizzata in stoffa, spesso ricoperta di pelle. Nelle epoche più recenti falli, passaggi, finte, tiri a rete, batture e risposte al volo e di rimbalzo caratterizzano le fasi del gioco della PALLACORDA e del PALLONE COL BRACCIALE, che a Roma nel Settecento e Ottocento, sono i precursori di moderni sport.
Fino a quel momento la Chiesa, ovvero la religione Cattolica, non ha tenuto conto della cultura fisica, l’educazione del corpo. La carne anzi doveva essere mortificata per elevare lo spirito. Tutto questo fino alla Breccia di Porta Pia. I romani se la cavavano lo stesso rifacendosi ai giochi della tradizione comuni ai vari popoli “La ruzzica” e “sartalaquaja”, per stimolare la forza, il moto, l’agilità. Le piazze i ruderi e le strade rappresentavano le palestre. Oppure si radunavano in Campo Vaccino per una liberatoria “sassaiola”…. Ma questo rientra più nella nascita degli scontri bellicosi tra fazioni…… che nello sport.
I Romani incontrarono la palla, il pallone forse partendo dai ceti aristocratici, con la “Pallacorda”…..Palla e corda dalla corda che veniva tesa per dividere il campo, dove ben presto venne aggiunta una rete…..antenato più o meno diretto del Tennis. A Roma esiste anche una Via Di Pallacorda, teatro dell’ultima “bravata” di Caravaggio. In via della Pallacorda, durante una partita, Ranuccio Tomassoni viene ucciso da Caravaggio per un fallo. Ma questo non è il vero motivo. Forse per soldi, forse per politica, più facilmente per una donna. Caravaggio la fa troppo grossa, con troppi testimoni, i suoi amici potenti non possono “metterci una pezza” e quindi è costretto a fuggire da Roma e anche in fretta perchè è condannato al “bando capitale”. Condannato a morte per decapitazione e chiunque può eseguire la pena.
A metà del 600 nacquero alcuni campi di Pallacorda nei cortili dei Palazzi aristocratici, ma già nel 1717 alcuni campi vennero sostituiti da teatri, esempio Teatro Alibert e il Teatro Metastasio a Via Di Pallacorda.

Campo da gioco “LO SFERISTERIO
Poco più tardi verrà però il “Pallone con il bracciale” a soppiantare quasi tutti i giochi di palla. Necessario un apposito ed esclusivo campo da gioco “LO SFERISTERIO”. Si può affermare che gli sferisteri sia per il gioco sia per la partecipazione del pubblico, possono considerarsi gli autentici antenati degli attuali campi di pallone e dei nostri stadi. Un piano di terra battuto e un muro alto dai 16 ai 20 metri. Squadre di tre giocatori simile al gioco del baseball.

Testimonianza di questo gioco è lo Sferisferio di Macerata, magnifica opera neoclassica costruita nel 1820, che ospita tutt’ora spettacoli di vario genere.

Sferisferio di Macerata

Il gioco fu esaltato da Poeti e scrittori.

Wolfgang Goethe impressionato dagli atleti li paragona al Gladiatore (allora nella raccolta Borghese oggi al Louvre).

Il Gladiatore Museo del Louvre
Giacomo Leopardi dedicherà uno dei suoi canti “A un vincitore nel pallone”. Una decina di anni più tardi G.G. Belli intitolerà “Er giucator de pallone” un sonetto dove si ritrova un linguaggio comune agli sportivi di ogni tempo. Il pallone col bracciale è uno sport di squadra sferistico e uno dei giochi nazionali italiani più antichi: fu lo spettacolo atletico più popolare in Italia sino a circa il 1921. I pallonisti professionisti dell'epoca erano tra gli atleti più ricchi nel mondo di allora: forse solo i toreri spagnoli e i lottatori giapponesi di sumo potevano rivaleggiare coi pallonisti per popolarità e ricchezza. Nella seconda metà del XX secolo però arrivò l'inesorabile declino e il gioco del bracciale si avviò sul viale del tramonto. I nuovi sport britannici, esportati dai marinai inglesi in tutto il mondo, arrivarono anche in Italia, travolgendo tutti gli sport sferistici di origine latina che sino ad allora l'avevano fatta da padrone.


Quindi tutti pronti ..... iniziano le partite......Fantozzi in “Fantozzi il ritorno” insegna.

Scena del Film "Fantozzi il ritorno"

Marzia e Tony
Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼‍♀️

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