martedì 13 aprile 2021

IL PONTE NOMENTANO: Storia e storie e la Riserva della Valle dell'Aniene

Il PONTE NOMENTANO è un ponte antico Romano, affascinante, ricco di eventi storici, curiosità…..leggere per credere.


Il Ponte Nomentano sopra il fiume Aniene l'affluente del Tevere (anticamente Anio, poi Teverone) è attraversato dalla via Nomentana, nel quartiere Monte Sacro Alto
comunemente noto come Talenti, è il ventottesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XXVIII.

E’ uno dei quartieri più antichi di Roma a nord della città, abitato già da ominidi di 120.000 anni fa, deve il suo nome alla collina stessa dove sorge e alta circa 50 metri, il Monte Sacro. …… Sacro perché gli antichi sacerdoti romani, arrivavano fin qui per praticare gli AUGURI, equivalente alla pratica greca dell’ornitomanzia, pratica divinatoria basata sull’interpretazione del volo degli uccelli!

Il Ponte Nomentano è uno dei pochi ponti pedonali di Roma e insieme al ponte Milvio e a ponte Salario era, nell'antica Roma, uno dei ponti extraurbani più importanti.

Ponte Vecchio Benoist Ciceri


Attualmente è inserito in un'area a verde pubblico, l’area della RISERVA DELLA VALLE DELL'ANIENE


Quest’area si estende da Ponte Mammolo sulla via Tiburtina, fino a Ponte Nomentano sulla via Nomentana, ed è caratterizzata dal percorso sinuoso del fiume Aniene fino alla sua confluenza con il Tevere.

Percorso naturalistico adatto a passeggiate e cicloturismo, abbastanza facile da percorrere e individuare.

Ponte Mammolo

Colonna su Ponte Mammolo con iscrizione: "AN MDCCCLXVI AERARIUM ET PROVINCIA SUMPTUS CONTULERE"

Ci siamo stati più volte in bici pieghevole Brompton e con bici da città, quindi consigliato a tutti…… molto suggestivo e ricco di scorci caratteristici….non sembra neanche di essere in città.
Dedicheremo un POST al giro cicloturistico della Zona.







Piacevoli incontri

Partendo dal Parco della Cervelletta ingresso su Via di Tor Cervara, l’arrivo a Ponte Nomentano regala quello stupore misto a magia che solo Roma sa dare.


Ingresso dal Parco della Cervelletta - Via di Tor Cervara

Vista Ponte Nomentano alla fine del Parco dell'Aniene

UN PO' DI STORIA E STORIE

Fu più volte distrutto e ricostruito e ristrutturato.
In epoca romana il ponte aveva due archi contigui di pari ampiezza, con una struttura simile a quella di ponte Fabricio. Nella chiave di volta dell’arco di blocchi di travertino, una testa bovina e sormontata da una clava da una parte ed una sola clava dall’altra suggerisce una datazione all’inizio del I secolo d.C.

A tale epoca infatti risale il culto di Ercole venerato nelle località di attraversamento fluviale come protettore del commercio e del traffico e nume tutelare degli armenti e della transumanza. In precedenza, comunque, doveva essere sul posto un ponte in legno che consentisse alla via Nomentana, già via Ficulensis, l'attraversamento del fiume. L’eliminazione del secondo arco è stata attribuita a Totila che durante la guerra Gotica distrusse i ponti vicino a Roma. Come per il ponte Salario anche il ponte Nomentano fu ripristinato da Narsete nel 552. Il castelletto coronato di merli, composto da due torri collegate da due muri merlati si deve a papa Niccolò V, pontefice di metà quattrocento restauratore di numerosi edifici a difesa della città, come segnalano lo stemma sopra una targa con l’iscrizione N PAPA V sulle sue mura verso Roma (e che i Romani scherzosamente interpretano: Nessun PAPA Volemo).
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Targa con l’iscrizione N PAPA V sulle sue mura verso Roma
La torre sulla sponda destra, distrutta a metà del settecento, è stata sostituita con una costruzione più bassa, ricoperta di tegole. Una tradizione locale vuole che il 23 novembre dell’anno 800 d.C. Carlo Magno, alla testa del suo seguito, attraversava il Ponte Nomentano per raggiungere l’Urbe. Ogni anno, l’associazione culturale Il Carro de’ Comici di Roma interpreta il passaggio di Carlo Magno sull’antico ponte sull’Aniene e l’incoronazione nella basilica di S. Pietro, dove Leone III pose sul suo capo la corona di Imperatore del Sacro Romano Impero la notte di Natale dell’800. Un evento ideato e realizzato da @Il Carro de’ Comici di Roma


Il ponte venne spesso citato anche come "Lamentano", come la tenuta agricola in cui si trovava, ma fu anche definito durante il periodo della Congiura dei Pazzi "juxta Casale de Pazzis", ossia "presso Casal de' Pazzi", per la sua vicinanza (1,2 km circa) con le tenute agricole e con la residenza, tuttora presente, della famiglia nobile fiorentina de' Pazzi.
Diversi sono stati i proprietari del ponte, autorizzati a chiedere il pedaggio, fino a quando divenne dogana di città nel 1532. Ai lati del ponte vi erano dei portoni che sbarravano la strada. Un passaggio obbligato permetteva di passare sul ponte. Una curiosità sull'utilizzo del ponte nelle: il passaggio sul ponte era l'occasione per la conta del bestiame prima dell'arrivo a Roma dove sarebbe stato venduto.
Come per i vicini ponti Mammolo e Salario, anche questo fungeva da “Dogana del Bestiame”. Gli animali che passavano da qui venivano contati ed i pastori erano obbligati a pagare a Roma una tassa speciale
Nel 1849 il ponte fu tagliato dalle truppe francesi del generale Oudinot per un tratto di sette metri per impedire alle camicie rosse di Giuseppe Garibaldi, accampate a Monterotondo, di entrare a Roma. Il passaggio fu ripristinato nel 1857 dell’architetto Francesco Fontana. Sempre per ostacolare i garibaldini, il ponte nel 1867 venne nuovamente interrotto, e in quell'occasione Garibaldi venne sconfitto a Mentana. A cavallo tra l'800 ed il '900 la zona del ponte era teatro di cacce alla volpe da parte degli appassionati romani, appartenenti alla nobiltà ed all'alta borghesia, con la partecipazione di residenti inglesi a Roma.

La notevole distanza dalle mura della città (circa quattro chilometri) ha fatto sì che fino agli anni '20 del ventesimo secolo fosse isolato nella campagna, e non circondato da un centro abitato.
Fino al 1924, anno della costruzione del vicino ponte Tazio (che unisce via Nomentana Nuova con corso Sempione), era la via di collegamento obbligata tra Roma e le zone a nord della città. Nel 1997, nel timore di lesioni alla struttura, il ponte venne chiuso alle automobili diventando esclusivamente pedonale.

Restaurato nel 2002, è occasionalmente aperto al pubblico, che può così visitarne le strutture interne.

Il Ponte Nomentano è un luogo suggestivo, molto apprezzato dagli artisti dei secoli scorsi che non solo lo dipinsero ma hanno lasciato documenti e vari scritti, e reso immortale ai posteri e in epoche più recenti fotografato. Valentino Banal nato nel 1880 poeta d’istinto, cantore di fresca e chiara voce ha dedicato al Ponte Nomentano e alla zona dove si trova un sonetto. Al poeta in anni recenti il Comune di Roma gli ha dedicato una strada nel quartiere Prenestino-Labicano, Il sonetto intitolato ”PONTE NOMENTANO” e velato di nostalgia per il passato importante di questa zona di campagna romana e per la sua trasformazione in periferia di Roma: Scorenno sotto ar ponte de carriera / passa l’Aniene piccolo e selvaggio, / e cerca co’ quell’impeto marvaggio / de fà li danni intorno, e in che maniera! / Er pescatore co’ la canna spera / de chiude la giornata co’ vantaggio; / cià pe’ compagno sulla riva un faggio / e, accosto er ponte co’ la massa nera. / Quì, ‘ndove er duca Borgia Valentino / vinse, l’Orsini e li mannò co’ Dio, / mò cianno fatto ‘na città giardino. / Addio campagne belle fossi e prati, / cacce alla volpe e pecorelle, addio… / ve se so’ preso er posto l’impiegati! Ponte Nomentano è inoltre citato a pag. 5 de “IL PIACERE” di Gabriele D’Annunzio: “Il ponte era da presso, rossastro, nell’illuminazione del sole. Il fiume pareva immobile e metallico in tutta la lunghezza della sua sinuosità. I giunchi s’incurvavano su la riva, e le acque urtavano leggermente alcune pertiche infisse nella creta per reggere forse le lenze.” OSTERIA DE’ CACCIATORI
Poco dopo il ponte, un’antica casa alle falde della celebre collina del Monte Sacro, ospita l’Osteria denominata dei Cacciatori. Nel 1886, sul retro dell'Osteria de' Cacciatori, vicino il ponte, vennero alla luce la base di un mausoleo ed i resti di una villa di età imperiale, che doveva estendersi fin sopra il Monte Sacro, e alla quale probabilmente apparteneva una cisterna lunga 15 metri, ritrovata nelle vicinanze. Giuseppe Vasi nell’incisione della veduta di Ponte Nomentano del 1754, raffigura presso il Ponte una casa con osteria che sembra coincidere, con l’edificio tuttora esistente al nº 414 di via Nomentana, che ospita la Pizzeria Ponte Vecchio.


Essa è descritta da Hans Barth nella sua classica opera sulle osterie italiane, con prefazione di Gabriele D’Annunzio, “come rustico e rumoroso ritrovo di contadini e plebei”.
Con le stesse caratteristiche osteria, fa da sfondo ad un episodio del “Piacere” di Gabriele D’Annunzio 1889, uno dei passi più intensi del romanzo, dove descrive una scena del romanzo ambientato nella campagna fuori Porta Pia, presso il ponte Nomentano: “Si diressero allora verso l’osteria romanesca, passato il ponte. Alcuni carrettieri staccavano i giumenti, imprecando ad alta voce. Il chiaror dell’occaso feriva il gruppo umano ed equino, con viva forza”. Marzia e Tony Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼‍♀️




2 commenti:

  1. Ho provato a vedere con google maps, l'edificio dell'osteria attuale sembra essere lo stesso ritratto nelle foto d'epoca... Secondo me è lo stesso o per lo meno ho trovato on line foto degli inizi 1900 e il numero di finestre ed aspetto è molto simile

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  2. Buonasera Gabriele grazie del prezioso apporto al l’argomento e alla nostra ricerca.

    Saluti Marzia e Tony

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