Roma non è solamente un Museo a cielo aperto da ammirare passeggiando 🚶♀️ o in bicicletta 🚴🏼♀️ ….. ma una meraviglia continua da scoprire anche sotto il livello stradale….. la magia ✨ della Roma sotterranea.
Resti Teatro Pompeo sotterranei Ristorante Pancrazio |
Sempre al Rione Parione si possono ammirare i resti del Teatro di Pompeo nei sotterranei di alcun palazzi, tra cui ristoranti e hotel, fortunatamente visitabili.
Video sotterranei Ristorante PANCRAZIO:
Il TEATRO DI POMPEO, oggi non più esistente, è stato il primo teatro di Roma costruito in muratura, accanto al luogo dove Pompeo era nato.
Ricostruzioni Teatro Pompeo |
Oltre ai ritrovamenti archeologici abbiamo notizia di questo monumento da varie fonti antiche.
Ne conosciamo la pianta da un frammento della Forma Urbis severiana, una meraviglia storica che documenta un’altra meraviglia ….. quanto c’è da imparare e ammirare
La Forma Urbis severiana è una pianta della città di Roma antica incisa su lastre di marmo aggrappate ad una parete, risalente all'epoca di Settimio Severo, tra il 203 e il 211, era collocata in una delle aule del Tempio della Pace.
Forma Urbis Severiana |
Di grandi dimensioni circa 13 m in altezza per 18 m di larghezza. È rappresentato in dettaglio il piano terra di tutti gli edifici, compresi colonnati e scale interne. Sulla parete della Forma sono tuttora visibili i fori utilizzati per le grappe di fissaggio della pianta. nell'ambiente immediatamente adiacente è stato riutilizzato (intorno all'anno 530) la Basilica dei Santi Cosma e Damiano. Oggi si conservano 1.186 frammenti, che coprono il 10-15% della superficie. Furono rinvenuti a più riprese, a partire dal primo ritrovamento del 1562 Attualmente, i frammenti ritrovati della grande Forma Urbis Severiana sono quasi tutti conservati nel Museo della Civiltà Romana, nel quartiere Eur, l'accesso all'opera è attualmente riservato solo agli studiosi. Il tempio di Pompeo si ergeva nella zona del Campo Marzio, successivamente Rione Parione edificato a spese del console Pompeo, probabilmente su terreno di sua proprietà, come regalo ai romani, tra il 61, anno del suo terzo trionfo e il 55 a.c. anno del suo secondo consolato. Occupava una vasta zona tra il Monte della Farina e tra l'attuale Campo de Fiori e la chiesa di Sant'Andrea della Valle.
Area occupata in antichità dal Teatro Pompeo |
Il teatro di Pompeo fu per Roma una innovazione straordinaria. La legge romana vietava di costruire teatri stabili, per il rispetto della tradizione greca che attribuiva un carattere religioso al teatro, infatti si potevano realizzare soltanto teatri provvisori e solo in prossimità di templi. per questa ragione Pompeo per evitare critiche lo inserì in un complesso sacrale e costruì su un podio rialzato un tempio dedicato a Venere vincitrice. Come dice la locuzione latina “Facta lex inventa fraus”…..fatta la legge trovato l’inganno. Si trattava del più grande edificio teatrale di Roma, la cavea con posti per almeno 17.500 persone aveva un diametro di 150 m., mentre la scena si sviluppava per una lunghezza di 90 m. Al teatro era annesso un monumentale quadriportico dietro la scena che misurava 180 x 135 m., che si stendeva fino all'area sacra di largo Argentina ed era caratterizzato da una doppia file di colonne di granito lungo i lati e dallo spazio centrale aperto che costituiva un vero e proprio parco pubblico con fontane, aiuole e boschetti di platani, le cui tracce sono state trovate sotto il Teatro Argentina. Al centro del lato minore opposto al teatro, adiacente ai templi di Largo Argentina, si trovava la grande aula detta la Curia di Pompeo (i resti si vedono dietro il tempio B di Largo Argentina) sede di alcune riunioni del Senato e dove si trovava una grande statua di Pompeo sotto la quale venne pugnalato Cesare alle idi di marzo del 44 a.C. La statua venne ritrovata nel XVI secolo ed oggi visibile a Palazzo Spada.
Dopo l'uccisione di Cesare, anche se Augusto fece murare la Curia considerandola come locus sceleratus, il teatro rimase comunque in uso e continuò ad essere restaurato dagli imperatori fino al V secolo Sembra che il teatro di Pompeo fosse ricco di marmi, sculture, affreschi, ma purtroppo, come per altri monumenti di Roma durante il Medioevo divenne cava di materiali edilizi e fondamenta di successivi edifici, infatti sulle rovine della cavea vennero edificate le dimore degli Orsini e la Chiesa di Santa Barbara dei Librai. Il profilo della cavea, per la parte interna, è ancora riconoscibile dalla forma curva dei palazzi a via di Grottapinta (la denominazione “Grotta Pinta” allude probabilmente ai resti sotterranei degli ambienti pompeiani trovati nella zona) edificati proprio dove c'era la cavea del teatro di Pompeo, mentre i resti delle murature e delle arcate del portico, sono visibili nei sotterranei dei palazzi nobiliari della zona. La Cavea nella parte esterna nel percorso via del Biscione e via dei Giubbonari.
La Cavea nella parte esterna nel percorso via del Biscione e via dei Giubbonari. |
Nel seminterrato del Ristorante Pancrazio in Via del Biscione, si notano ancora oggi i resti di un "opus reticulatum" che erano piccoli cubi di tufo posti in diagonale e che rivestivano il muro di calcestruzzo e una colonna, altri resti delle murature e delle arcate sono visibili nell'Albergo Pompeo.
Sotto il Teatro Argentina c’è una colonna granitica del porticato e resti delle fontanelle che erano nei giardini boscosi del quadriportico. Due statue di Satiri, ora al Museo Capitolino, si sono trovate nella piazza che dai satiri prende nome. Altre due statue alte 4 metri sono ora rispettivamente al Louvre di Parigi ed ai Musei Vaticani, che ospitano un gigantesco Ercole in bronzo dorato proveniente dal complesso pompeiano. Quest’ultimo fu ritrovato nel 1864 nei sotterranei del palazzo Pio, in piazza del Biscione, durante dei lavori di rinforzo delle fondamenta. Scavando sotto il cortile gli operai si imbatterono in un muro antico e quindi scorsero il frammento bronzeo di un dito che, per le sue dimensioni, doveva appartenere a una statua gigantesca.
Giuseppe Vasi inserì Palazzo Pio nel suo libro di acqueforti del 1754 che copre i più bei palazzi di Roma perché costruito sopra le rovine del primo teatro della città antica; nel testo che accompagna questa incisione e nella sua Guida di Roma del 1761 Vasi ha speso solo poche parole sul palazzo, ma ha descritto a lungo le caratteristiche e la storia del teatro.
Fu sepolta con cura sotto le piastrelle protettive, con inciso FCS (fulgor conditum summanium), indicando che era stato colpito da un fulmine ed era stato accuratamente sepolto sul posto. Si tratta di un bronzo romano classicheggiante dei primi anni del II secolo, La statua si trova al museo Pio-Clementino il restauro ha ricostruito alcune parti mancanti in gesso e bronzo Secondo un’antica credenza religiosa – comune a molti popoli antichi e che i romani avevano ereditato dagli etruschi – i fulmini erano espressione delle forze divine. Il luogo colpito, detto “bidentale”, diveniva un locus religiosus, un’area sacra, e le cose folgorate dovevano essere sepolte sul posto, in un pozzo o in una cassa circondata a sua volta da un muro. Si risolse così anche il problema della collocazione originaria: l’Ercole Mastai Righetti venne sepolto nelle vicinanze di dove si trovava prima di essere colpito dal fulmine. Il colosso di bronzo abbelliva dunque la scena del teatro di Pompeo e in particolare l’adiacente tempio di Venere Vincitrice. Quindi i basamenti del Tempio di Venere Vincitrice sono servite da base per la costruzione di Palazzo Pio Righetti a Campo dè Fiori.
Una parte della Cavea è visibile nei corridoi dell’Albergo Lunetta e nella SPA (vedi nostro POST su Piazza del Paradiso). Vi aspettiamo a Roma Marzia e Tony Casa Vacanze Roma IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼♀️
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