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mercoledì 12 maggio 2021

La Porchetta - lo "street food" per eccellenza

 

CROCCANTE, IRRESISTIBILE, PROFUMATA LA PORCHETTA E’ UNA PRELIBATEZZA CHE TUTTO IL MONDO CI INVIDIA

 

La Porchetta

La porchetta oggi è considerata lo "street food" per eccellenza, amata non solo in Italia ma anche in Francia, negli Stati Uniti, in Australia e in Giappone.

Negli ultimi tempi è diventata un prodotto italiano famoso in tutto il mondo.

La Porchetta


La porchetta è tra i cibi che non si possono non assaggiare almeno una volta nella vita. Parola del New York Times, che stila la lista dei 5 cibi più buoni al mondo

La porchetta si consuma tradizionalmente nei panini imbottiti, come cibo da strada, nella pizza da forno, tipica di Roma, ciriole o nei Castelli Romani è consuetudine servirla col pane di Genzano.

Panini con la Porchetta


La paternità della ricetta originaria è rivendicata da più regioni del centro Italia.

La Porchetta era molto conosciuta e diffusa già nell’antica Roma.

Sembra addirittura che già nel periodo romano, l’imperatore di turno prediligesse questa pietanza e ne facesse grande uso nei suoi sontuosi banchetti.

Banchetto antica Roma


Per gli abitanti di Ariccia, nel Lazio, la ricetta originaria è presumibilmente risalente ad epoche preromaniche e alla popolazione dei Latini. Erano gli stessi sacerdoti provenienti da questa zona a preparare le carni di maiale il “Porchetto” da offrire a Giove Laziale presso il tempio sul Monte Cavo.

Successivamente però si scoprì che la carne della femmina era più magra, sana e gustosa…di conseguenza vennero lavorati principalmente suini di sesso femminile, da qui il nome “porchetta“.

Non a caso, dal 2011 la Porchetta di Ariccia gode del riconoscimento comunitario della Indicazione Geografica Protetta (IGP).

Porchetta di Ariccia I.G.P.


La nobiltà romana era solita trasferirsi durante la stagione estiva proprio tra le colline di Ariccia, dove spesso venivano organizzate battute di caccia e si organizzavano sontuosi banchetti. Si dice che l’imperatore Nerone in persona fosse talmente ghiotto di porchetta da eleggerla a suo piatto preferito.

In Umbria si sostiene invece che sia nata a Norcia, famosa sin dai tempi dei Romani per l’allevamento del maiale (di qui il sostantivo “norcino”).

Radici antiche anche a Campli, in provincia di Teramo, in Abruzzo, mentre nell’Alto Lazio la sua storia viene fatta risalire addirittura all’epoca degli Etruschi.

Molte sono ancora oggi “le famiglie storiche” di origini romane e laziali, che da decenni lavoravano con metodi tradizionali, tramandandosi di padre in figlio questa specialissima Arte il cosiddetto “O Porchettaro”.

Dove mangiare la porchetta? Sagre, Fiere nel Lazio ….. Castelli Romani, nelle Fraschette ad Ariccia…. a Roma vicino alla nostra Casa Vacanze al MERCATO TESTACCCIO, mercato di Porta Portese (tutte le domeniche mattina).

Street Food la Porchetta


Buon appetito !!!!!!

 

Vi lasciamo con questa poesia Romanesca:

LODE ALLA PORCHETTA

di Romeo Collalti (Poeta Romanesco nato nel 1906 e morto nel 1982.

 

Pija un porchetto da poco smammato,

tenero e poco grasso, un po’ de vino,

lardo, ajo schiacciato, rosmarino,

poi sale e pepe appena macinato.

 

E st’ingredienti che t’ho nominato

mò deve de addopralli a quer divino:

mettete in parannanza a tavolino,

pija le frattaje e facce un bon tritato.

 

Schiaffato a la padella, stai a cavallo:

un po’ de lardo e, quanno che scurisce,

un ber bicchiere de vino p’allungallo.

 

Mucina bene e guarda co’ attenzione

che nun s’attacchi e che nun infittisca;

er mejo verrà doppo, a concrusione.

 

Intanto a sto’ porchetto, internamente,

inzeppa l’ajo, er rosmarino, er lardo,

lo strutto, er sale e er pepe co’ riguardo,

eppuro quer soffritto precedente.

 

Mò devi fa’ attenzione, ner tramente

che lo sistemi bene, e da’ ‘no sguardo

ch’er majaletto nostro, der gajardo,

fenisca in piastra senza perde gnente.

 

Quanno caccia er sughetto, a mano a mano,

datte da fa’: spennella ‘sto guazzetto

intorno intorno, e nun spennelli invano.

 

Cotto, sia callo o freddo, è appetitoso

che te lo magneressi, ce scommetto,

puro su la capoccia d’un tignoso!

 

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