Camminare col naso all’insù, soffermarsi ad osservare senza fretta, visitare luoghi nuovi o la propria città in bicicletta, con movimento lento “slow travel” ti permette di notare “particolari”, curiosità , rivivere la storia cercando di immaginare e provare le stesse emozioni dell’epoca.
raffiche dei mitra sulla facciata di un palazzo all’angolo tra via Rasella e via del Boccaccio |
Ancora meglio se questi “particolari” li fa notare con la dovuta spiegazione storica una guida turistica accreditata https://afriendinrome.it/
Tour in bicicletta ricordando le Fosse Ardeatine |
Oggi 24 marzo è l’anniversario dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine.
Durante il Tour in bicicletta “ricordando le Fosse Ardeatine” (che consigliamo ai cittadini Romani per conoscere un momento triste della nostra storia e ai turisti interessati a conoscere i luoghi importanti della seconda Guerra Mondiale)
ho visto la storia nei buchi ancora visibili delle raffiche dei mitra sulla facciata di un palazzo all’angolo tra via Rasella e via del Boccaccio.
raffiche dei mitra sulla facciata di un palazzo all’angolo tra via Rasella e via del Boccaccio |
Lasciati per conservare la memoria.
Particolari raffiche di mitra |
Un po’ di storia di quanto è successo quel 23 marzo del 1944 in una via centralissima di Roma del Rione Trevi, Via Rasella, fatti che hanno portato il giorno dopo alla terribile rappresaglia delle Fosse Ardeatine.
La strada in discesa di via Rasella è percorsa a piedi da una compagnia del reggimento SS di Bolzano, 156 uomini in assetto di guerra.
Via Rasella anno 2022 |
Via Rasella |
L'espressione "città aperta" significa che la città non viene dotata dimezzi difensivi o offensivi e che per tali ragioni dovrebbe essere risparmiata dai bombardamenti o da azioni belliche.
L'azione stava quasi per essere cancellata, visto il considerevole ritardo di più di un'ora con cui la colonna tedesca ha imboccato via Rasella.
Alle ore 15:50 due squadre dei partigiani dei Gap fanno esplodere una bomba nascosta in un carretto della nettezza urbana e attaccano il convoglio, uccidendo 32
militari nazisti sul posto.
Foto da Web carretto |
L'ultimo tra i soldati tedeschi feriti nell'esplosione si spegne alle 13 di venerdì 24 marzo 1944,
Sul terreno, oltre ai soldati, rimangono 6 civili, di cui 4 uccisi dai tedeschi.
Foto da Web 23 marzo 1944 di Via Rasella |
Gli altri partigiani si preparano a coronare l'azione attaccando i tedeschi da dietro.
La reazione dei nazisti è violenta e indiscriminata.
Raffiche di mitra vengono esplose in ogni direzione, specialmente verso le finestre che si affacciano sulla strada, credendo che la bomba proveniva dall’alto.
Foto da Web 23 marzo 1944 |
Come detto prima il palazzo porta i segni di quelle raffiche e l’intonaco è punteggiato dai proiettili.
Hitler ordina una “rappresaglia che faccia tremare il mondo”.
Nelle ore successive i nazisti pensarono di radere al suolo l’intero isolato.
Mussolini viene informato, ma decide di non intercedere.
Nel quartiere, intanto, si rastrellano passanti e residenti. 250 persone vengono messe al muro di fronte a Palazzo Barberini, per poi essere portate al carcere del Viminale.
Foto da Web cancellata Palazzo Barberini 23/03/1944 |
Cancellata Palazzo Barberini anno 2022 |
Le indagini dell'attentato, così come l'incarico di mettere in atto la rappresaglia, vengono affidati al capo della Gestapo a Roma Herbert Kappler.
Si decise il rastrellamento a Regina Coeli di 330 detenuti: la maggior parte antifascisti e resistenti, 75 di loro erano ebrei.
Alle 14.30 di venerdì 24 marzo I prescelti vennero portati nelle cave di pozzolana sull’Ardeatina su camion e uccisi uno alla volta con un colpo alla testa, dentro le cave.
Foto da Web eccidio Fosse Ardeatine |
Un sacerdote, arrestato per attività antifascista, don Pietro Pappagallo, li benedice.
Il luogo scelto per essere logisticamente perfetto per un’operazione del genere perché:
- Isolato solo alcuni religiosi delle vicine Catacombe di San Callisto e alcuni pastori frequentavano la zona. Era importante nascondere l’eccidio per non creare tumulti.
- Adatto a eseguire l’uccisione e nascondere i corpi senza ulteriore spostamento.
Sbagliarono per eccesso il numero delle vittime : 335 cadaveri vennero ammucchiati, l’uno sull’altro, nelle «fosse».
Cava dove sono stati trovati i corpi Fosse Ardeatine |
Alle ore 20 di venerdì 24 marzo 1944 gli ingressi delle cave di sono fatti esplodere per nascondere i corpi.
Nei giorni successivi, il fetido odore dei morti che oltretrapassa la terra e inizia a sentirsi nella zona spingerà Kappler, a emanare l'ordine di ricoprire tutto con i rifiuti.
335 cadaveri, ricoperti dalle pietre esplose con la dinamite, dovevano essere nascosti con l'immondizia.
Ma la notizia della feroce rappresaglia tedesca dopo l'attentato di via Rasella aveva già fatto il giro della città e non solo.
Domenica 26 marzo, a due giorni dall'eccidio, alcuni cittadini romani si affacciano sugli ingressi crollati delle cave.
Il giorno successivo, anche la Bbc dà notizia del massacro.
Un disertore austriaco, Joseph Reider, riesce a fuggire ma viene riconosciuto e fermato poco dopo. Verrà portato al carcere di via Tasso, sede della Gestapo. Sarà l'unico superstite della strage.
Le Fosse Ardeatine oggi:
Nel luogo dell’eccidio oggi c’è un Museo e monumento .
Da turismoroma.it
https://www.turismoroma.it/it/luoghi/fosse-ardeatine
Per commemorare il tragico evento, e offrire degna sepoltura ai martiri della resistenza, il governo post-liberazione decise di “erigere sul luogo della vendetta tedesca un monumento a perenne ricordo dei Martiri e di tutti i caduti della guerra di Liberazione”. A questo scopo, nel settembre 1944, il Comune di Roma indisse un concorso – il primo dell’Italia democratica - per l’edificazione di un mausoleo da consacrare simbolo della Resistenza alle violenze del Reich.
I vincitori del concorso, gli architetti Giuseppe Perugini, Nello Aprile e Mario Fiorentini, progettarono un semplice parallelepipedo cavo in cemento a protezione dei sacelli dei martiri posti fuori terra ma in stretto collegamento con il luogo dell’eccidio.
La costruzione del sacrario iniziò il 22 novembre 1947. Nel 1949, il Mausoleo fu inaugurato solennemente in occasione del quinto anniversario della strage. Da allora, ogni 24 marzo, l’evento viene commemorato al cospetto di autorità, associazioni partigiane e di deportati, studenti e comuni cittadini, mentre i nomi delle 335 vittime vengono scanditi ad alta voce.
La suggestiva cancellata da cui si accede al mausoleo è opera dello scultore e pittore Mirko Basaldella. Il senso che assume è altamente simbolico di una scena di feroce massacro tratteggiato dalle figure disperatamente contorte che vi sono rappresentate.
L’imponente gruppo scultoreo in travertino posto sul piazzale è opera dello scultore di Francesco Coccia, e rappresenta tre personaggi a simbolo delle tre età. I corpi ritratti sono orientati rispettivamente verso le cave, verso il luogo delle sepolture e verso il piazzale, come a indicare il percorso al visitatore.
Il film Roma città aperta, struggente capolavoro diretto da Roberto Rossellini nel 1945, con Anna Magnani e Aldo Fabrizi ricorda quei tragici avvenimenti. Aldo Fabrizi è don Pietro, figura che ricorda i due religiosi, Don Giuseppe Morosini, fucilato a Forte Bravetta, e Don Pietro Pappagallo, ucciso nelle Fosse Ardeatine. Anna Magnani, invece, è Pina, la moglie incinta di Fabrizio, uno dei prigionieri condotti alle Fosse Ardeatine. Per cercare di salvarlo, insegue il camion sul quale è stato caricato, ma viene falciata da una raffica di mitra.
Grazie della lettura.
Tristi ma grati del dono della libertà che ci hanno regalato i nostri concittadini.
Marzia e Tony
Host di Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼♀️