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martedì 20 aprile 2021

Compleanno di Roma 2024. Il 21 aprile 753 a.C.

Natale di Roma MMDCCLXXVII Dies Romana


Compleanno di Roma. Il 21 aprile 753 a.C. 


Pantheon


Con questa data inizia la cronologia della città e quindi nell’anno 2024 (in numeri romani MMXXIV) abbiamo l’anno 2777 (MMDCCLXXVII) dalla fondazione di Roma.



Quando si considera un’esistenza come quella di Roma, vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell’antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino.


(Goethe)



Colosseo 

Curiosità su questo giorno 

l’effetto di luce che, a mezzogiorno in punto di tutti i 21 di aprile, entra dall'oculo del Pantheon, regalando uno spettacolo suggestivo, affascinante, quasi magico, che si verifica solo una volta l'anno.


I raggi di luce illuminano perfettamente la porta di bronzo d'ingresso, quella da cui oggi entrano i visitatori ma da cui, tanti anni fa, accedeva l'imperatore.



L'effetto di luce che, ancora oggi, affascina romani e turisti fu progettato già al momento della costruzione del Pantheon da parte di Agrippa, genero dell'imperatore Augusto, nel 27 a.C.


La cupola del Pantheon, con il suo particolare oculo è stato, infatti, progettato da Agrippa, per volontà di Augusto, proprio con l'intenzione di scandire le stagioni dell'anno e far sì che il 21 aprile - in occasione del Natale di Roma - la luce centrasse la porta di bronzo per illuminare l'imperatore da capo a piedi.


Vi facciamo conoscere la poesia per Roma di  Paco Fabrini in arte il piccolo Rocky Giraldi, un grande amico romano e romanista che ci ha lasciato da qualche anno


MAMMA ROMA, ROMA MIGNOTTA


Mamma Roma, Roma mignotta,

nà cosa te chiedo, nà cosa me importa

si devo da morì, e poi rinasce

che sia dar ventre tuo, dalle tue cosce.

Trestevere è una, l'altra è Testaccio,

e in mezzo, ner fiume, io m'affaccio!

Strigneme ar petto, fammè succhià,

nutrime er core, cosi che possa cantà!

Ce ne hai mille de zinne, rosa e lillà,

te le tigne er cielo e te le fà brillà!

Le campane so capezzoli sonanti

sopra er frastuono de urla, clacson e pianti.

Tu sei la lupa, io so i gemelli

Abbraccicame tutto nei vicoletti tua belli.

Che er primo vagito mio sia un vaffanculo,

ma senza astio e cor core puro.

Famme addormì e famme sognà

che tutto st'asfalto se possa leva'...

Mamma Roma, Roma mignotta,

famme fijo tuo, un altra volta!


Auguri Roma ❤️


Marzia e Tony 


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