martedì 11 maggio 2021

Il TEATRO DI POMPEO - Rione Parione


Roma
non è solamente un Museo a cielo aperto da ammirare passeggiando 🚶‍♀️ o in bicicletta 🚴🏼‍♀️ ….. ma una meraviglia continua da scoprire anche sotto il livello stradale….. la magia ✨ della Roma sotterranea.

Resti Teatro Pompeo sotterranei Ristorante Pancrazio

Sempre al Rione Parione si possono ammirare i resti del Teatro di Pompeo nei sotterranei di alcun palazzi, tra cui ristoranti e hotel, fortunatamente visitabili.

Video sotterranei Ristorante PANCRAZIO:






Il TEATRO DI POMPEO, oggi non più esistente, è stato il primo teatro di Roma costruito in muratura, accanto al luogo dove Pompeo era nato.

Ricostruzioni Teatro Pompeo 


Oltre ai ritrovamenti archeologici abbiamo notizia di questo monumento da varie fonti antiche. Ne conosciamo la pianta da un frammento della Forma Urbis severiana, una meraviglia storica che documenta un’altra meraviglia ….. quanto c’è da imparare e ammirare La Forma Urbis severiana è una pianta della città di Roma antica incisa su lastre di marmo aggrappate ad una parete, risalente all'epoca di Settimio Severo, tra il 203 e il 211, era collocata in una delle aule del Tempio della Pace. 

Forma Urbis Severiana

Di grandi dimensioni circa 13 m in altezza per 18 m di larghezza. È rappresentato in dettaglio il piano terra di tutti gli edifici, compresi colonnati e scale interne. Sulla parete della Forma sono tuttora visibili i fori utilizzati per le grappe di fissaggio della pianta. nell'ambiente immediatamente adiacente è stato riutilizzato (intorno all'anno 530) la Basilica dei Santi Cosma e Damiano. Oggi si conservano 1.186 frammenti, che coprono il 10-15% della superficie. Furono rinvenuti a più riprese, a partire dal primo ritrovamento del 1562 Attualmente, i frammenti ritrovati della grande Forma Urbis Severiana sono quasi tutti conservati nel Museo della Civiltà Romana, nel quartiere Eur, l'accesso all'opera è attualmente riservato solo agli studiosi. Il tempio di Pompeo si ergeva nella zona del Campo Marzio, successivamente Rione Parione edificato a spese del console Pompeo, probabilmente su terreno di sua proprietà, come regalo ai romani, tra il 61, anno del suo terzo trionfo e il 55 a.c. anno del suo secondo consolato. Occupava una vasta zona tra il Monte della Farina e tra l'attuale Campo de Fiori e la chiesa di Sant'Andrea della Valle.
Area occupata in antichità dal Teatro Pompeo 

Il teatro di Pompeo fu per Roma una innovazione straordinaria. La legge romana vietava di costruire teatri stabili, per il rispetto della tradizione greca che attribuiva un carattere religioso al teatro, infatti si potevano realizzare soltanto teatri provvisori e solo in prossimità di templi. per questa ragione Pompeo per evitare critiche lo inserì in un complesso sacrale e costruì su un podio rialzato un tempio dedicato a Venere vincitrice. Come dice la locuzione latina “Facta lex inventa fraus”…..fatta la legge trovato l’inganno. Si trattava del più grande edificio teatrale di Roma, la cavea con posti per almeno 17.500 persone aveva un diametro di 150 m., mentre la scena si sviluppava per una lunghezza di 90 m. Al teatro era annesso un monumentale quadriportico dietro la scena che misurava 180 x 135 m., che si stendeva fino all'area sacra di largo Argentina ed era caratterizzato da una doppia file di colonne di granito lungo i lati e dallo spazio centrale aperto che costituiva un vero e proprio parco pubblico con fontane, aiuole e boschetti di platani, le cui tracce sono state trovate sotto il Teatro Argentina. Al centro del lato minore opposto al teatro, adiacente ai templi di Largo Argentina, si trovava la grande aula detta la Curia di Pompeo (i resti si vedono dietro il tempio B di Largo Argentina) sede di alcune riunioni del Senato e dove si trovava una grande statua di Pompeo sotto la quale venne pugnalato Cesare alle idi di marzo del 44 a.C. La statua venne ritrovata nel XVI secolo ed oggi visibile a Palazzo Spada.




Dopo l'uccisione di Cesare, anche se Augusto fece murare la Curia considerandola come locus sceleratus, il teatro rimase comunque in uso e continuò ad essere restaurato dagli imperatori fino al V secolo Sembra che il teatro di Pompeo fosse ricco di marmi, sculture, affreschi, ma purtroppo, come per altri monumenti di Roma durante il Medioevo divenne cava di materiali edilizi e fondamenta di successivi edifici, infatti sulle rovine della cavea vennero edificate le dimore degli Orsini e la Chiesa di Santa Barbara dei Librai. Il profilo della cavea, per la parte interna, è ancora riconoscibile dalla forma curva dei palazzi a via di Grottapinta (la denominazione “Grotta Pinta” allude probabilmente ai resti sotterranei degli ambienti pompeiani trovati nella zona) edificati proprio dove c'era la cavea del teatro di Pompeo, mentre i resti delle murature e delle arcate del portico, sono visibili nei sotterranei dei palazzi nobiliari della zona. La Cavea nella parte esterna nel percorso via del Biscione e via dei Giubbonari.

La Cavea nella parte esterna nel percorso via del Biscione e via dei Giubbonari.


Via dei Giubbonari Colonne Teatro Pompeo
Si tratta di tre colonne in granito comprensive di base e di capitello ionico in marmo. Le colonne si trovano lungo il lato NE di via dei Giubbonari e sono visibili lungo il muro interno di un negozio di abbigliamento che si affaccia sulla via. Le colonne, forse riutilizzate in epoca medioevale per un portico, facevano parte del complesso del teatro di Pompeo, che si stendeva tra via dei Giubbonari a S, Largo Argentina ad E, via del Biscione ad O e via del Sudario a N.
Colonne Teatro Pompeo Via dei Giubbonari

Nel seminterrato del Ristorante Pancrazio in Via del Biscione, si notano ancora oggi i resti di un "opus reticulatum" che erano piccoli cubi di tufo posti in diagonale e che rivestivano il muro di calcestruzzo e una colonna, altri resti delle murature e delle arcate sono visibili nell'Albergo Pompeo.





Sotto il Teatro Argentina c’è una colonna granitica del porticato e resti delle fontanelle che erano nei giardini boscosi del quadriportico. Due statue di Satiri, ora al Museo Capitolino, si sono trovate nella piazza che dai satiri prende nome. Altre due statue alte 4 metri sono ora rispettivamente al Louvre di Parigi ed ai Musei Vaticani, che ospitano un gigantesco Ercole in bronzo dorato proveniente dal complesso pompeiano. Quest’ultimo fu ritrovato nel 1864 nei sotterranei del palazzo Pio, in piazza del Biscione, durante dei lavori di rinforzo delle fondamenta. Scavando sotto il cortile gli operai si imbatterono in un muro antico e quindi scorsero il frammento bronzeo di un dito che, per le sue dimensioni, doveva appartenere a una statua gigantesca.


Giuseppe Vasi inserì Palazzo Pio nel suo libro di acqueforti del 1754 che copre i più bei palazzi di Roma perché costruito sopra le rovine del primo teatro della città antica; nel testo che accompagna questa incisione e nella sua Guida di Roma del 1761 Vasi ha speso solo poche parole sul palazzo, ma ha descritto a lungo le caratteristiche e la storia del teatro.


Fu sepolta con cura sotto le piastrelle protettive, con inciso FCS (fulgor conditum summanium), indicando che era stato colpito da un fulmine ed era stato accuratamente sepolto sul posto. Si tratta di un bronzo romano classicheggiante dei primi anni del II secolo, La statua si trova al museo Pio-Clementino il restauro ha ricostruito alcune parti mancanti in gesso e bronzo Secondo un’antica credenza religiosa – comune a molti popoli antichi e che i romani avevano ereditato dagli etruschi – i fulmini erano espressione delle forze divine. Il luogo colpito, detto “bidentale”, diveniva un locus religiosus, un’area sacra, e le cose folgorate dovevano essere sepolte sul posto, in un pozzo o in una cassa circondata a sua volta da un muro. Si risolse così anche il problema della collocazione originaria: l’Ercole Mastai Righetti venne sepolto nelle vicinanze di dove si trovava prima di essere colpito dal fulmine. Il colosso di bronzo abbelliva dunque la scena del teatro di Pompeo e in particolare l’adiacente tempio di Venere Vincitrice. Quindi i basamenti del Tempio di Venere Vincitrice sono servite da base per la costruzione di Palazzo Pio Righetti a Campo dè Fiori.


Una parte della Cavea è visibile nei corridoi dell’Albergo Lunetta e nella SPA (vedi nostro POST su Piazza del Paradiso). Vi aspettiamo a Roma Marzia e Tony Casa Vacanze Roma IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼‍♀️

venerdì 7 maggio 2021

Vicolo De’ Bovari - Rione Parione

Siamo tornati al Rione Parione per farvi scoprire altre bellezze di Roma.


Terrazza Palazzo con vista Cupola Chiesa di Sant’Andrea

Questo Rione ci è particolarmente caro, perché dove è nato Tony e dove ha passato la sua infanzia e adolescenza, io aggiungerei “invidiata infanzia e adolescenza”.


Marzia e Tony


Tanti sono gli aneddoti che ricorda e tanti i momenti di vita in una Roma ormai sparita…..da ragazzino i monumenti e le piazze più visitate da milioni di turisti come Piazza Farnese e Piazza Navona erano per lui e i suoi amici luoghi dove improvvisare partite di calcio e altro…..


Per me amante dell’arte e della Storia di Roma e curiosa di conoscere durante la mia vita ogni angolo di questa città, quando ci siamo conosciuti e mi ha portato sulla terrazza della sua casa a Vicolo De’ Bovari, alla vista della Cupola di Sant’Andrea e dei famosi “tetti di Roma”, mi sono commossa e ho pianto come una bambina alla vista di tanta bellezza.


Vicolo De’ Baullari


Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Tetti di Roma Vicolo De’ Bovari

Ora basta ricordi e iniziamo a vedere cosa c’è di interessante a VICOLO DE’ BOVARI.


Dopo ad aver assaporato l’ottima “Pizza e Mortadella” del Fornaio di Via Dei Baullari.


Fornaio Via Dei Baullari 


Pizza e Mortadella 



Si può vedere lo scorcio della Cupola di Sant’ Andrea della Valle, progettata dal Maderno, è la terza più alta di Roma, dopo quella di San Pietro in Vaticano e quella dei Santi Pietro e Paolo nel quartiere EUR


Vicolo De’ Bovari

Cupola di Sant’Andrea 


Vicolo De’ Bovari è una stradina che unisce piazza Paradiso a piazza del Teatro di Pompeo.


Vicolo De’ Baullari


Alessandro Rufini nel suo Dizionario etimologico-storico delle strade, piazze, borghi e vicoli della città di Roma (1847) lo descrive così:


“Vi sono nella suddetta strada molte rimesse, ove si custodiscono bovi, cavalli ed altre bestie che trasportano merci a Roma ed i loro conduttori vanno a soffermarsi nel contiguo albergo di Piazza Pollarola. Cotesti vetturali essendo costretti a stare in questa strada per custodire le loro bestie hanno dato motivo che si nominasse via dei bovari” 


Il nome quindi deriva dalle stalle dove si custodivano i buoi, poteva esserci anche la sede della Corporazione dei Bovari. 


Tra la Pullaria e il Paradiso vi si teneva il mercato dei cavalli che in seguito fu trasportato a piazza del Duca (Farnese)


Sul vicolo si trova la facciata posteriore del palazzo Pichi del Quattrocento ricchi mercanti del XV secolo. 


Facciata posteriore del palazzo Pichi


Il palazzo inizia da Piazza del Teatro di Pompeo angolo via dei Baullari fino a Via del Paradiso.


E uno dei pochissimi esempi dell'architettura del 1450 eretto forse su disegno di Leon Battista Alberti (1404-1472)


La parte più antica del palazzo è quella su Via De’ Bovari e via del Paradiso, mentre la facciata principale si trova al civico 154 di Corso Vittorio Emanuele II copia dell'originale edificio di Geronimo Pichi demolito nel 1881 per la realizzazione di questa arteria.


Palazzo Pichi la facciata principale si trova al civico 154 di Corso Vittorio Emanuele II 


In occasione dei lavori di ricostruzione, l'edificio fu arretrato di ben 16 metri e sopraelevato, fu realizzata una nuova facciata dall'ing.Ciriaco Salvatori, mentre furono salvate le facciate su via dei Bovari e via del Paradiso che conservano sulla porta del vestibolo e sulla fregiata delle finestre del 1° piano il nome del fondatore: “Ceccolus de Pichi”. 


Più tardi la casa dei Pichi diviene l’attuale palazzo Pichi Manfroni Lovatti che, sul vicolo de´ Bovari, porta, sulla fregiata delle finestre ad arco del 1° piano « Hieronimus Picus »   


Di fronte al Palazzo Pichi si trova la facciata laterale della Casa del SS Sacramento di S. Lorenzo in Damaso al n. 11 si può vedere la targa di proprietà sulla facciata.


Casa del SS Sacramento di S. Lorenzo in Damaso Targa proprietà 



Facciata laterale della Casa del SS Sacramento di S. Lorenzo in Damaso


Queste erano le entrate al palazzo della Servitù.


Casa del SS Sacramento di S. Lorenzo in Damaso entrate della servitù 


L’entrata principale è su Piazza del Paradiso al civico 18 .


L’entrata principale Casa del SS Sacramento di S. Lorenzo in Damaso


Un edificio settecentesco un tempo proprietà della chiesa di S.Lorenzo in Damaso, come 

attesta un’altra targa marmorea posta a lato del bellissimo portale con cornice marmorea e mensole che sorreggono il balconcino soprastante.


Curiosità a Vicolo De’ Bovari c’era il negozio di abiti usati della conduttrice televisiva Mara Vernier come mi raccontava mia suocera, Aneddoto raccontato anche dalla stessa Mara Vernier durante un’intervista televisiva, ammettendo di essere una “stracciarola” come si dice a Roma.


Speriamo di aver fatto cosa gradita raccontando non solo una parte di storia di Roma ma anche un po’ di noi.


Marzia e Tony


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giovedì 29 aprile 2021

Il Passetto del Biscione - A Roma se dice.....Cercà Maria pe' Roma


Amò sabato o domenica se il tempo lo permette annamo in bicicletta 🚴🏼‍♀️🚴🏼‍♀️ a “Cercà Maria pe’ Roma”.....😂😂.... ”annamo a cercà chi? Che stai a scherzà”

a pochi metri da Campo de' Fiori, si trova un passaggio piccolo e seminascosto da pochi conosciuto, chiamato il Passetto del Biscione, che mette in comunicazione Piazza del Biscione con via di Grottapinta.
Passetto del Biscione

A parte la burla questa espressione romanesca, molto usata quando si vuole esprimere l’enorme difficoltà di trovare qualcosa o qualcuno....appunto cercare una donna con un nome comune tra le strade di Roma ....un po’ come “cercare un ago nel pagliaio“, ha origini da un legame con la religione cristiana e con la Madonna.

Video:




Passetto del Biscione

A Roma, infatti, a pochi metri da Campo de' Fiori, si trova un passaggio piccolo e seminascosto da pochi conosciuto, chiamato il Passetto del Biscione, che mette in comunicazione Piazza del Biscione con via di Grottapinta.

Il Passetto del Biscione



Si tratta di un passaggio con oltre 2000 secoli di storia. In questo luogo, in età romana, si trovata il Teatro di Pompeo e, in età medievale vennero realizzate le chiese di Santa Barbara dei Librai e San Salvatore in Arco.

Entrata da Piazza del Biscione accanto al Ristorante Da Pancrazio



Uscita lato Via di Grottapinta

Proprio quest'ultima chiesa, che oggi è nota come Santa Maria in Grottapinta ,venne annessa al palazzo degli Orsini e li si trovava un'icona raffigurante la Madonna della Divina Provvidenza.

Icona raffigurante la Madonna della Divina Provvidenza

A seguito di un fatto di sangue avvenuto nella chiesa di Santa Maria in Grottapinta, la stessa venne sconsacrata.

L'espressione "Cercà Maria pe' Roma" si riferirebbe proprio alla difficoltà di trovare a Roma quell'icona di Maria nascosta a tra i vicoli.

Una curiosità di questo posto.... il 9 luglio 1796 accadde un fatto miracoloso.

La Madonna mosse gli occhi, come se si fosse svegliata all’improvviso, aprendo e chiudendo le palpebre e seguendo con le pupille la folla che si erra riunita all’annuncio dell’evento. Infatti molti si radunarono attorno alla miracolosa immagine e, a dire il vero, in quei giorni il fatto accadde a numerose altre immagini sacre rappresentanti la Vergine, non solo a Roma.

Per dare una sistemazione più dignitosa al tabernacolo che conteneva il dipinto, si decise di chiudere uno degli ingressi che portava al passetto, rendendo ancor più nascosta l’immagine di Maria.

L’immagine sacra originale del Passetto venne portata nella chiesa di San Carlo ai Catinari ed al suo posto si alternarono numerose altre immagini sacre che per la maleducazione della gente e l’incuria venivano sistematicamente danneggiate o rubate.

Lo stesso Passetto si ridusse ad un angolo buio, sporco e maleodorante.

Il Passetto del Biscione prima del restauro

Nel 2014 il passaggio è stato completamente rimesso a nuovo, ripulito, sono stati restaurati gli intonaci e ridipinti gli affreschi.


Anche il dipinto della Madonna originale è stato riproposto grazie ad una copia realizzata e riprodotta nei minimi particolari dall’artista Raffaella Curti.

Particolare del soffitto
Grazie della lettura.

Marzia e Tony

lunedì 26 aprile 2021

Fontana del Mascherone: Rione Regola


Fontana del Mascherone

Le fontane sono uno dei simboli della Città di Roma. Pensate che ne sono state costruite più di duemila, presenti tuttora tra le strade e le piazze romane.

La fontana del Mascherone nel Rione Regola è addossata al muro che separa via Giulia dal Lungotevere, non lontano dalla parte posteriore di palazzo Farnese.

Fontana del Mascherone dove si trova

Video visibile su versione web:

Venne realizzata presumibilmente nel secondo quarto del XVII secolo, a spese della Famiglia Farnese che abitava il palazzo antistante, (come dimostrerebbe il giglio del coronamento) da Girolamo Rainaldi (1570-1655), lo stesso architetto che in quegli anni realizzò le fontane gemelle di piazza Farnese.

Famiglia Farnese giglio del coronamento
Alimentata con l’Acqua Paola.

Già nel 1570 la “Congregazione sopra le fonti” aveva destinato una fontana alla “Strada Giulia” (la via aperta all’inizio del Cinquecento da papa Giulio II) e ne aveva prevista l’alimentazione con l’acqua Vergine.

Via Giulia e Fontana del Mascherone

Tuttavia fu necessario attendere la canalizzazione dell’acqua Paola (1612) per vedersi la nascita dell’opera. La fontana, originariamente era isolata al centro di un piccolo slargo, che ospitava nel 1660 un teatro all’aperto (il muro retrostante fu edificato infatti alla fine dell’Ottocento),

Fontana del Mascherone
L’Acqua Paola, sgorga dal mascherone centrale presumibilmente di epoca romana , si riversa nel piccolo catino sottostante, per poi ricadere nella grande vasca termale rettangolare di granito, probabilmente antica, e da ultimo nella piscina posta a livello del terreno, delimitata da due colonnine unite da sbarre di ferro.

Particolare del Mascherone


Il tutto coronato da un giglio in metallo che ha sostituito, nel secolo scorso, un giglio in pietra, stemma della famiglia Farnese. In occasione di feste della famiglia Farnese, dalla fontana fuoriusciva vino anziché acqua; nel 1720, in onore di Marco Antonio Zondadori, nominato Gran maestro dell’Ordine di Malta, la fontana gettò vino per tre giorni consecutivi. Via Giulia venne arricchita di addobbi e vi sfilarono i maggiori esponenti della nobiltà romana, splendidi in carrozze lussuose e abbigliamento sfarzoso. Marzia e Tony Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼‍♀️