giovedì 24 marzo 2022

Tour in bicicletta ricordando le Fosse Ardeatine

Camminare col naso all’insù, soffermarsi ad osservare senza fretta, visitare luoghi nuovi o la propria città in bicicletta, con movimento lento “slow travel” ti permette di notare “particolari”, curiosità , rivivere la storia cercando di immaginare e provare le stesse emozioni dell’epoca.




raffiche dei mitra sulla facciata di un palazzo all’angolo tra via Rasella e via del Boccaccio


Ancora meglio se questi “particolari” li fa notare con la dovuta spiegazione storica una guida turistica accreditata https://afriendinrome.it/


Tour in bicicletta ricordando le Fosse Ardeatine 


Oggi 24 marzo è l’anniversario dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine.


Durante il Tour in bicicletta “ricordando le Fosse Ardeatine” (che consigliamo ai cittadini Romani per conoscere un momento triste della nostra storia e ai turisti interessati a conoscere i luoghi importanti della seconda Guerra Mondiale) 




ho visto la storia nei buchi ancora visibili delle raffiche dei mitra sulla facciata di un palazzo all’angolo tra via Rasella e via del Boccaccio.


raffiche dei mitra sulla facciata di un palazzo all’angolo tra via Rasella e via del Boccaccio


Lasciati per conservare la memoria.


Particolari raffiche di mitra


Un po’ di storia di quanto è successo quel 23 marzo del 1944 in una via centralissima di Roma del Rione Trevi, Via Rasella, fatti che hanno portato il giorno dopo alla terribile rappresaglia delle Fosse Ardeatine.


La strada in discesa di via Rasella è percorsa a piedi da una compagnia del reggimento SS di Bolzano, 156 uomini in assetto di guerra.


Via Rasella anno 2022

Via Rasella
Percorso effettuato con regolarità ogni giorno dal battaglione e studiato dai Gap romani (Gruppi di Azione Patriottica, formati dal comando generale delle Brigate Garibaldi alla fine dell'ottobre 1943) per studiare un attacco vista l’ennesima evidente violazione dello statuto di Roma città aperta, che vietava il transito di convogli militari in città. 

L'espressione "città aperta" significa che la città non viene dotata dimezzi difensivi o offensivi e che per tali ragioni dovrebbe essere risparmiata dai bombardamenti o da azioni belliche.


L'azione stava quasi per essere cancellata, visto il considerevole ritardo di più di un'ora con cui la colonna tedesca ha imboccato via Rasella.


Alle ore 15:50 due squadre dei partigiani dei Gap fanno esplodere una bomba nascosta in un carretto della nettezza urbana e attaccano il convoglio, uccidendo 32

militari nazisti sul posto.


Foto da Web carretto 


L'ultimo tra i soldati tedeschi feriti nell'esplosione si spegne alle 13 di venerdì 24 marzo 1944,


Sul terreno, oltre ai soldati, rimangono 6 civili, di cui 4 uccisi dai tedeschi.


Foto da Web 23 marzo 1944 di Via Rasella 


Gli altri partigiani si preparano a coronare l'azione attaccando i tedeschi da dietro. 


La reazione dei nazisti è violenta e indiscriminata. 


Raffiche di mitra vengono esplose in ogni direzione, specialmente verso le finestre che si affacciano sulla strada, credendo che la bomba proveniva dall’alto.


Foto da Web 23 marzo 1944


Come detto prima il palazzo porta i segni di quelle raffiche e l’intonaco è punteggiato dai proiettili.


Hitler ordina una “rappresaglia che faccia tremare il mondo”. 


Nelle ore successive i nazisti pensarono di radere al suolo l’intero isolato. 


Mussolini viene informato, ma decide di non intercedere.

 

Nel quartiere, intanto, si rastrellano passanti e residenti. 250 persone vengono messe al muro di fronte a Palazzo Barberini, per poi essere portate al carcere del Viminale. 


Foto da Web cancellata Palazzo Barberini 23/03/1944

Cancellata Palazzo Barberini anno 2022

Poi optarono per la scelta terribile di giustiziare dieci italiani per ogni soldato morto. 


Le indagini dell'attentato, così come l'incarico di mettere in atto la rappresaglia, vengono affidati al capo della Gestapo a Roma Herbert Kappler.


Si decise il rastrellamento a Regina Coeli di 330 detenuti: la maggior parte antifascisti e resistenti, 75 di loro erano ebrei. 


Alle 14.30 di venerdì 24 marzo I prescelti vennero portati nelle cave di pozzolana sull’Ardeatina su camion e uccisi uno alla volta con un colpo alla testa, dentro le cave.


Foto da Web eccidio Fosse Ardeatine 


Un sacerdote, arrestato per attività antifascista, don Pietro Pappagallo, li benedice.


Il luogo scelto per essere logisticamente perfetto per un’operazione del genere perché:


  • Isolato  solo alcuni religiosi delle vicine Catacombe di San Callisto e alcuni pastori frequentavano la zona. Era importante nascondere l’eccidio per non creare tumulti.
  • Adatto a eseguire l’uccisione e nascondere i corpi senza ulteriore spostamento.


Sbagliarono per eccesso il numero delle vittime : 335 cadaveri vennero ammucchiati, l’uno sull’altro, nelle «fosse».


Cava dove sono stati trovati i corpi Fosse Ardeatine 



Alle ore 20 di venerdì 24 marzo 1944 gli ingressi delle cave di sono fatti esplodere per nascondere i corpi.



Nei giorni successivi, il fetido odore dei morti che oltretrapassa la terra e inizia a sentirsi nella zona spingerà Kappler, a emanare l'ordine di ricoprire tutto con i rifiuti. 


335 cadaveri, ricoperti dalle pietre esplose con la dinamite, dovevano essere nascosti con l'immondizia.

 

Ma la notizia della feroce rappresaglia tedesca dopo l'attentato di via Rasella aveva già fatto il giro della città e non solo. 




Domenica 26 marzo, a due giorni dall'eccidio, alcuni cittadini romani si affacciano sugli ingressi crollati delle cave. 


Il giorno successivo, anche la Bbc dà notizia del massacro.

 

Un disertore austriaco, Joseph Reider, riesce a fuggire ma viene riconosciuto e fermato poco dopo. Verrà portato al carcere di via Tasso, sede della Gestapo. Sarà l'unico superstite della strage.


Le Fosse Ardeatine oggi:


Nel luogo dell’eccidio oggi c’è un Museo e monumento .








Da turismoroma.it

https://www.turismoroma.it/it/luoghi/fosse-ardeatine


Per commemorare il tragico evento, e offrire degna sepoltura ai martiri della resistenza, il governo post-liberazione decise di “erigere sul luogo della vendetta tedesca un monumento a perenne ricordo dei Martiri e di tutti i caduti della guerra di Liberazione”. A questo scopo, nel settembre 1944, il Comune di Roma indisse un concorso – il primo dell’Italia democratica - per l’edificazione di un mausoleo da consacrare simbolo della Resistenza alle violenze del Reich.

I vincitori del concorso, gli architetti Giuseppe Perugini, Nello Aprile e Mario Fiorentini, progettarono un semplice parallelepipedo cavo in cemento a protezione dei sacelli dei martiri posti fuori terra ma in stretto collegamento con il luogo dell’eccidio.

La costruzione del sacrario iniziò il 22 novembre 1947. Nel 1949, il Mausoleo fu inaugurato solennemente in occasione del quinto anniversario della strage. Da allora, ogni 24 marzo, l’evento viene commemorato al cospetto di autorità, associazioni partigiane e di deportati, studenti e comuni cittadini, mentre i nomi delle 335 vittime vengono scanditi ad alta voce.




La suggestiva cancellata da cui si accede al mausoleo è opera dello scultore e pittore Mirko Basaldella. Il senso che assume è altamente simbolico di una scena di feroce massacro tratteggiato dalle figure disperatamente contorte che vi sono rappresentate.



L’imponente gruppo scultoreo in travertino posto sul piazzale è opera dello scultore di Francesco Coccia, e rappresenta tre personaggi a simbolo delle tre età. I corpi ritratti sono orientati rispettivamente verso le cave, verso il luogo delle sepolture e verso il piazzale, come a indicare il percorso al visitatore.





Il film Roma città aperta, struggente capolavoro diretto da Roberto Rossellini nel 1945, con Anna Magnani e Aldo Fabrizi ricorda quei tragici avvenimenti. Aldo Fabrizi è don Pietro, figura che ricorda i due religiosi, Don Giuseppe Morosini, fucilato a Forte Bravetta, e Don Pietro Pappagallo, ucciso nelle Fosse Ardeatine. Anna Magnani, invece, è Pina, la moglie incinta di Fabrizio, uno dei prigionieri condotti alle Fosse Ardeatine. Per cercare di salvarlo, insegue il camion sul quale è stato caricato, ma viene falciata da una raffica di mitra.


Grazie della lettura.


Tristi ma grati del dono della libertà che ci hanno regalato i nostri concittadini.


Marzia e Tony


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martedì 22 marzo 2022

World Water Day, la Giornata Mondiale dell'Acqua - Antica Roma

Il 22 marzo si festeggia il World Water Day, la Giornata Mondiale dell'Acqua. 

Piazza Navona foto da web 

Una giornata per riflettere sull'importanza che l'acqua ha per il nostro pianeta. 

L'acqua è un diritto di tutti e perciò va salvaguardata e tutelata. 

Gli antichi Romani avevano compreso il grande valore dell’acqua e soprattutto che era un bene inestimabile, prezioso e fonte di vita.


L’acqua è l’elemento che ha reso l’antica Roma la Capitale del Mondo

I laghetti del Celio foto IN ROME IN LOVE IN BIKE 

Parco degli Acquedotti foto IN ROME IN LOVE IN BIKE 

laghetti del Celio foto IN ROME IN LOVE IN BIKE

Fin dall’antichità per alcune culture come quelle Egizie e Indù ha assunto una valenza sacra.

Ma solo con l’avvento dell’Antica Roma l’acqua ha acquisito per diritto, il valore più importante: quello di essere una risorsa indispensabile per tutti i fabbisogni della popolazione. Da elemento sacro è diventata sinonimo per eccellenza di purificazione, terapia e consumo per l’igiene personale.

Poiché le sorgenti presenti nella città antica non erano sufficienti per il fabbisogno,l’amministrazione pubblica, decise di far costruire una rete idrica per andare a prelevare l’acqua dalle sorgenti dei rilievi montuosi dell’Appennino.

La costruzione degli acquedotti  consentì di canalizzare l’acqua dalle sorgenti al centro urbano approvvigionando bagni pubblici, terme e abitazioni private. 

Acquedotto foto IN ROME IN LOVE IN BIKE 

Fu realizzato così un complesso sistema di approvvigionamento idrico unico al mondo, per capillarità e funzionalità. 

Furono ultimati ben undici acquedotti principali, che resistendo al tempo, ancora oggi sono parzialmente in funzione.

Inoltre Roma è senza dubbio la città delle fontane per eccellenza, sono tantissime, bellissime e ricchissime di un fascino senza eguali.




Sempre grati

Marzia e TonyWorls 

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martedì 8 marzo 2022

Festa della donna: tempo di Matronalia: festa delle donne romane

Auguri a tutte noi donne sempre e da sempre  🌻….. vista la passione per Roma e per la sua storia vediamo insieme la festa delle donne Romane.

1° marzo, tempo di Matronalia: festa delle donne romane
La festa delle donne esisteva anche nel calendario religioso della Roma più antica. 

Nell’antica Roma, alle kalendae di Marzo, si celebravano delle feste in onore di Giunone Lucina (“colei che porta i bambini alla luce”), che prendevano il nome di Matronalia. 



Le donne romane, in questa occasione, portavano fiori e incenso alla dea che aveva il suo tempio sull’Esquilino, la cui costruzione veniva fatta ricadere il 1º marzo del 375 a.C.

La tradizione del calendario romano voleva che queste feste fossero state istituite da Romolo stesso, come il capodanno romano, che cadeva anche il primo di marzo, il mese dedicato a Marte.

Durante i Matronalia, era usanza che i mariti facessero dei doni alle mogli e alle madri, e in generale il collegamento della festa con il culto di Giunone Lucina, che proteggeva le nascite, era una celebrazione per la vita che veniva alla luce e della bella stagione, quindi della ripresa della vita.




La festa si svolgeva nel bosco sacro di Giunone sull’Esquilino ed era riservata solo ai membri della famiglia; ne erano esclusi i celibi e le prostitute. La cerimonia in sé era un ricordo del matrimonio, in cui lo sposo recava in dono dei regali alla moglie e questa, a sua volta, lodava il marito. Essendo tutto questo di buon auspicio, la celebrazione si ripeteva all’inizio di ogni nuovo anno.

Era anche usanza che le donne cucinavano per tutta la famiglia, compresi gli schiavi, che avevano un giorno libero. Il rituale aveva la funzione di rendere ancora più evidente il ristabilimento dei rispettivi ruoli sociali.

Lo scambio delle parti per un giorno sottolineava e a ribadiva che per tutto il resto dell’anno gli schiavi avrebbero dovuto agire da schiavi e i padroni da padroni.

Alcuni studiosi ritengono di aver individuato il Tempio dedicato a Giunone Lucina del I marzo del 375 a.c. durante gli scavi sotto la chiesa di San Lorenzo in Lucina


.
La chiesa risale al 440 d.c. e come le altre dell'epoca sorge su domus romane trasformate in luogo di culto dagli stessi proprietari convertiti al cristianesimo, in questo caso forse da tale donna Lucina, da cui deriva il nome.




La chiesa sorge nell’antica area del Campo Marzio, VII regione augustea, dedicata all’addestramento dei militari in età romana, e parallela all’attuale Via del Corso, antica Via Lata.




Ma gli indizi archeologici e i reperti riportano a una "Aedes Lucinae", un antico tempio precristiano della Dea Giunone Lucina, che fu poi adibito a culto cristiano e trasformato quindi nella prima basilica.

La Dea presiedeva ai parti e le donne dell'antica Roma attingevano, presso il tempio, l'acqua "miracolosa" per curarsi o per avere figli.

Questa tradizione è confermata dal ritrovamento, durante gli scavi 
sotto la Sala Capitolare, di un pozzo e di un meraviglioso mosaico intatto, con gradini di marmo bianco e pareti affrescate, che avvalora l'ipotesi che possa trattarsi proprio dell'antico tempio di Giunone Lucina.

Marzia e Tony

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lunedì 14 febbraio 2022

La Festa di San Valentino e i Lupercalia di Romolo e Remo

La Festa di San Valentino 💝 ha origine antichissime e si festeggia non soltanto le coppie di innamorati.... ma tutte le forme del volersi bene..... Marzia e Tony e la casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN IN BIKE 🏛❤️🚴🏼‍♀️ danno il Buon San Valentino ai figli, ai generi e nuore e al nipotino, agli amici, ai parenti  e ai SuperHospiti passati e futuri..... e alla nostra città ROMA.

Basilica di San Pietro

Un pò di noi e della nostra passione per la città di ROMA, e un pò di storia e curiosità di questa festa.




Marzia e Tony Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE


Colonna Traiana Marzia e Tony Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE


 Il Colosseo Marzia e Tony Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE

Come sempre Roma e la sua storia sono sempre coinvolte..... infatti questa festa venne istituita dalla Chiesa, per contrastare la più antica e sfrenata festa della fertilità di tradizione romana, durante la quale veniva invocata la divinità Lupercus a protezione della fertilità. 


I Lupercalia istituiti da Romolo e Remo per purificare, per poter accogliere degnamente la primavera apportatrice di abbondanti frutti. 

I Lupercalia istituiti da Romolo e Remo

Dette cerimonie quindi erano finalizzate a propiziare la fecondità della terra, degli animali e dell'uomo, avvicinandosi la bella stagione primaverile in cui la natura si risveglia dai rigori invernali.

I Lupercalia istituiti da Romolo e Remo

La festa prevedeva anche che le matrone in gravidanza, o le donne non ancora diventate madri, si faccessero “colpire” da delle verghe, spontaneamente e per strada, sferzate da un gruppo di giovani nudi, o al massimo coperti, con un gonnellino di pelle stretto intorno ai fianchi devoti al selvatico Fauno Luperco, poiché si diceva che questo gesto proteggesse i nascituri e concedesse la fertilità. 

I Lupercalia istituiti da Romolo e Remo

Nel 496 dopo Cristo l’allora Papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia poiché erano apertamente in contrasto con la morale e l’idea di amore dei cristiani, così la divinità di Lupercus fu sostituita dal santo e martire Valentino, decapitato il 14 febbraio del 274 d.C.

Questi riti si celebravano il 15 febbraio e per‘battezzare’ la festa dell’amore, il Papa Gelasio I decise di spostarla al giorno precedente, dedicato a San Valentino, facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati. 

Ma il ‘merito’ moderno di aver consacrato San Valentino come santo patrono dell’amore spetta a Geoffrey Chaucer, l’autore dei ‘Racconti di Canterbury’, che alla fine del ‘300 scrisse, in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, ‘The Parliament of fowls’, (‘Il parlamento degli uccelli’), un poema in 700 versi che associa Cupido a San Valentino. Che così divenne il tramite ultraterreno della dimensione dell’amore cortese.

Valentino, originario della città di Terni in Umbria. Vescovo e poi martire, divenne protettore degli innamorati perché, secondo la leggenda, nacque un amore profondo tra lui e la figlia cieca del suo carceriere durante la prigionia. Valentino realizzò il miracolo: restituì la vista alla sua innamorata, ma questo non gli servì a evitare la pena capitale per decapitazione, Lasciò un solo messaggio alla ragazza un messaggio – dal vostro Valentino –  ancora oggi per siglare l’amore tra i giovani si ricorre a lui, a Valentino. 

San Valentino

Ma secondo un’altra leggenda Visto che gli sono attribuiti numerosi miracoli, celebrando il matrimonio fra il legionario romano Sabino e una giovane cristiana, Serapia, malata di tisi che, grazie al miracolo di San Valentino guarì per potere restare accanto al suo amato. 

Buon San Valentino a Tutti.

Marzia e Tony

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Fontana di Trevi Marzia e Tony Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE



Piazza Venezia il Vittoriano Marzia e Tony Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE

lunedì 24 gennaio 2022

IL MITREO DEL CIRCO MASSIMO e curiosità del Campo Boario e Circo Massimo

Roma è bella da impazzire … magica, curiosa, misteriosa.

Roma ti meraviglia e ti stupisce, non basta una vita per vedere tutte le bellezze che ci sono. Puoi passare in una via del centro storico centinaia di volte e ogni volta puoi notare un particolare che non avevi mai visto.

E per complicare le cose, Roma non è solo un museo a cielo aperto ma anche scrigno di tesori nascosti e sotterranei.

Il modo migliore di scoprirli è informarsi, leggere ma soprattutto affidarsi a chi ha fatto dell’amore e della conoscenza di Roma il proprio mestiere…. le guide turistiche.

In questo POST condividerò quanto visto e ammirato nel MITREO DEL CIRCO MASSIMO, tour organizzato da  Scoprire Roma dalle brave Fabiola e Roberta.

Il Mitreo del Circo Massimo

Il Mitreo del Circo Massimo si trova nei sotterranei del palazzo del Teatro dell'Opera a 14 metri di profondità, un gioiello nascosto, con il suo bassorilievo dedicato al Dio Mitra.

Mitreo del Circo Massimo nei sotterranei del Palazzo ex Pantanella






Scoperto nel 1931 durante i lavori per realizzare un deposito di scene e costumi.

Il cancello d’entrata per le visite è proprio accanto alla Bocca della Verità.

Cancello di entrata ex Pantanella per Mitreo Circo Massimo/Via dei Cerchi


Si attraversa un cortile e si entra in un edificio di architettura industriale l’ex pastificio Pantanella.

Affascinante è il passaggio nelle varie epoche storiche e architettoniche in pochi metri.




Un po’ di storia e curiosità dell’edificio e della zona:

Ex Pastificio Pantanella

Fu costruito tra il 1878 e il 1881 da Michelangelo Pantanella per ospitare uffici e forni del “Pastificio Pantanella", la prima fabbrica di Roma. 

Ex fabbrica Pantanella foto da Web

Nel 1929 la Pantanella, viene acquisita dalla Società dei Molini e Magazzini Generali di Roma e cambia nome "Società molini e pastificio Pantanella", si trasferì nei nuovi edifici all'inizio di via Casilina, presso Porta Maggiore.

 La fabbrica il 19 luglio del 43 fu bombardata insieme ai vicini palazzi dei ferrovieri e al quartiere di San Lorenzo, obiettivo lo scalo ferroviario di San Lorenzo e la fabbrica stessa, considerata obiettivo strategico: ben 13 bombe la colpirono distruggendola parzialmente. 

Dopo ristrutturazione nel 1970 anche questa azienda morì, come la maggior parte delle fabbriche di Roma.

Abbandonata e occupata per anni dai senza tetto ora è sede di uffici e abitazioni e della Fondazione Ginema (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto),

Ex Fabbrica Pantanella zona Casilina/Porta Maggiore 

In quell’epoca l'intera valle del Circo Massimo era sede di numerosi stabilimenti industriali, compresa la fabbrica del gas, per il vasto spazio pianeggiante disponibile e per l’abbondanza dell’acqua vista la vicinanza del Tevere.

Zona industriale Circo Massimo foto da web

A partire dal 1934 il complesso rientrò nei grandi lavori di demolizioni e risistemazione della zona tra il 

Campidoglio, l'Aventino e il Ponte Testaccio, per consentire di far tornare all’antico splendore il Circo Massimo, fu scavato per tre metri circa, e trasformato in parco pubblico. Nel 1939 fu trasformato in un villaggio balneare. Un luogo dove rilassarsi, stendendosi al sole e facendo il bagno in una delle tre grandi piscine o praticare altri sport.

1939 Circo Massimo trasformato in uno stabilimento balneare - foto da web


1939 Circo Massimo trasformato in uno stabilimento balneare - foto da web

Circo Massimo oggi - Lato corto ex Pantanella via dell'Ara Massima di Ercole

Il Pastifico fu acquistato e ristrutturato dal Governatorato di Roma negli anni '20 e divenne il Palazzo dei Musei di Roma: il Museo dell’Impero Romano inaugurato il 19 giugno 1929 e il Museo della Città di Roma.

Una parte dell’edificio fu donato dalla famiglia Pantanella al Teatro dell’Opera. 

Il palazzo fu chiuso nel 1939 a causa degli eventi bellici in corso, e nel 1952 le due collezioni furono trasferite in due nuovi musei: la prima il Museo della civiltà romana all'EUR, la seconda il Museo di Roma a Palazzo Braschi.

Il complesso della Pantanella divenne così sede di alcuni uffici comunali, tra i quali l'ufficio elettorale.


Il Teatro dell’Opera

Dal 1931 l’edificio posteriore del complesso ospita i magazzini dei costumi e delle scenografie del Teatro dell’Opera di Roma, qui si creano e producono le scenografie e gli allestimenti e si conservano sessantamila costumi indossati dai più grandi artisti della lirica e del balletto come quelli della Callas in Norma e quello indossato, era il 14 gennaio 1900, dalla prima Tosca della storia Hariclea Darclée. 

Conservati perfettamente alla giusta climatizzazione nel luogo dove si conservava la pasta

Il laboratorio-deposito si sviluppa su tre piani.


La scoperta del complesso imperiale

Come visto, nel 1931 durante dei lavori di ristrutturazione si scoprì un vasto complesso pubblico in mattoni, risalente al II secolo d.C.

Complesso in mattoni del II secolo d.C.. con Mitreo del Circo Massimo

L’edificio si trovava alle spalle del famoso circo, nel lato corto, dove erano le gabbie di partenza per i cavalli (carceres), in via Ad Duodecim Portas attuale Via dell'Ara Massima di Ercole.

Non si conosce l’utilizzo forse era la residenza di un personaggio legato all’amministrazione dei giochi nel circo oppure per la posizione e le scalinate di accesso suggeriscono si trattasse di un edificio pubblico, al quale solo un secolo III secolo dopo fu aggiunto il Mitreo negli ambienti sottostanti.

In questa zona all’epoca si trovava il Foro Boario, area sacra e commerciale sulle rive del Tevere, dove si teneva il mercato del bestiame.

Foro Boario ricostruzione immagine da Web

Zona pianeggiate circondata dai colli - Campidoglio, Palatino, Aventino. Secondo diverse fonti, questo sarebbe il punto di insediamento più antico della città, persino precedente alla sua fondazione ‘ufficiale’ nel 753 a.C.

I Mitrei

Nel Foro Boario importante e diffuso era il culto erculeo, presso l'ara maxima, oggi identificata nella cripta della basilica di Santa Maria in Cosmedin.

l'Ara Maxima di Ercole resti nella Basilica di Santa Maria in Cosmedin

Campo Boario Basilica di Santa Maria In Cosmedin

Campo Boario oggi


Quello per Ercole fu il primo culto straniero introdotto a Roma legato ai commercianti Greci e lo stesso Romolo, consapevole dell'importanza di questo luogo di culto per la futura Roma, incluse l'altare di Ercole all'interno del territorio urbano di Roma.

Il culto di Mitra era una religione misterica sorta nell’area del Mediterrano orientale intorno al II-I secolo a.c. e venne praticata anche nell'Impero Romano, a partire dal I secolo a.c., per diffondersi ampiamente tra il III ed il IV sec., soprattutto molto popolare tra i soldati romani.

Mistero, segretezza, non ci sono fonti scritte, vi accedeva, dopo una serie di riti di iniziazione, solo gli uomini.

Si diffuse a Roma insieme al cristianesimo.

Il mitreo era il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci del Mitraismo.

Mitreo immagine da web

I Mitrei venivano ricavati nei sotterranei poiché, a differenza dei templi, non furono mai edifici indipendenti e isolati; essi erano di norma realizzati all'interno e nelle zone più appartate di costruzioni preesistenti, o sotterranei, per riprodurre la grotta primitiva di Mitra, il luogo di culto.

Erano sotterranei, come le catacombe, e su una parete era sempre raffigurata l'immagine di Mitra in lotta con il toro.

Ogni Mitreo ospitava tra i venti e i trenta fedeli. 

Si può ipotizzare che i Mitrei nella città di Roma, erano tra mille e duemila, per un totale di oltre 50mila fedeli.

Ad Ostia Antica sono stati localizzati 18 Mitrei, mentre a Roma ne sono stati localizzati 12: da quelli minori sotto l'ospedale San Giovanni, palazzo Colonna, via XX Settembre e piazza San Silvestro ai più rappresentativi sul retro di palazzo Barberini, sotto il palazzo dell'ex Pantanella (quello di seguito descritto che ho visitato), le Terme di Caracalla e il palazzo della Cancelleria fino alle grotte sotto via Giovanni Lanza e negli scavi sotto le chiese di S. Clemente, Santa Prisca e Santo Stefano Rotondo.

I mitrei sono stati ritrovati in ogni angolo raggiunto dal dominio dell'Impero Romano. 

Il culto mitraico e quello cristiano si equivalevano ma i consiglieri di Costantino giudicarono il cristianesimo di più facile comprensione per il popolo essendo il mitraismo una religione misterica.

Si suppone che anche l'imperatore Commodo fosse un seguace di Mithra.

Il Mitraismo scomparve come pratica religiosa in seguito al decreto Teodosiano del 391, che proibì in modo assoluto tutti i riti pagani, pena la morte e si estinse poco più tardi.

Similitudine con la religione cristiana.


Il Mitreo del Circo Massimo

Nel III secolo alcuni ambienti dell'edificio che stiamo esaminando vennero riadattati per ospitare un mitreo, composto da una serie di ambienti comunicanti, coperti da volte a botte. Spazio arrangiato su un edificio preesistente con reimpiegò di materiale pregiato.

Ambienti dell'edificio sotterraneo del Mitreo del Circo Massimo

L'accesso principale doveva trovarsi sul lato est, attraverso un corridoio, mentre oggi si accede da quello che doveva essere un ingresso minore

Piantina Mitreo del Circo Massimo da web



  1. Il primo ambiente è una stanza interpretata come una sorta di sagrestia (apparitorium), destinato alla preparazione dei fedeli.
    "apparitorium" primo ambiente Mitreo del Circo Massimo
    Pavimento ingresso e primo ambiente più povero Mitreo del Circo Massimo

  2. Al secondo vano si accede attraverso una porta, sui muri laterali della quale sono state ricavate due nicchie, con basi di marmo, nelle quali dovevano essere collocate piccole statue forse dei dadofori porta fiaccola Cautes e Cautopates; ai lati due mensole sostenevano le colonnine di due edicole. In questo primo tratto il pavimento è di epoca dioclezianea, con grandi mattoni quadrati bipedali. n.b.Diocleziano riaffermò un ritorno al culto degli dèi della tradizione romana, riforma contro i Cristiani.
    Entrata secondo ambiente Mitreo del Circo Massimo


     pavimento di epoca dioclezianea Mitreo del Circo Massimo

    Secondo vano nicchia Mitreo del Circo Massimo


  3. Nel terzo ambiente compare l'elemento tipico del mitreo, il podio in muratura, dove si sdraiavano i partecipanti al banchetto sacro. La pavimentazione è sempre più pregiata man mano che ci si avvicina alla Grotta sacra.
    Terzo ambiente Mitreo del Circo Massimo



    Pavimentazione terzo ambiente più prezioso Mitreo del Circo Massimo


  4. Nel quarto, l’ultima aula corrisponde all’ambiente più sacro del mitreo, lo spelaeum, la grotta in cui avveniva l’incontro con il dio attraverso vari gradi di purificazione.
    Quarto ambiente "spelaeum" Mitreo del Circo Massimo

    Si trova altro podio sulla destra (Mitreo ricavato su ambienti già esistenti quindi si sono arrangiati gli spazi), preceduto da una grande apertura ad arco con due nicchie, anch'esse in origine impreziosite da edicole, delle quali quella di destra conserva un recipiente di terracotta interrato che doveva contenere acqua lustrale per purificazione (hanno trovato testa di serpente in marmo).
    Nicchia di destra Mitreo del Circo Massimo

    Mentre nell’anfora interrata probabilmente veniva raccolto il sangue dei tori sacrificati ma più probabilmente animali di piccola taglia vista la grandezza degli spazi e il ritrovamento di piccole ossa.
    Nicchia di Sinistra Mitreo del Circo Massimo

    Al centro del pavimento si trova un grande tondo di alabastro, inserito in uno schema geometrico molto semplice e realizzato con diversi tipi di marmo, tutti di recupero. Sul tondo di marmo al centro nella grotta scolava sangue e ossa di animali. Le pareti sono intonacate.
    Tondo di alabastro pavimento "spelaeum" Mitreo del Circo Massimo


  5. Nel quinto ambiente compreso quella di fondo dove si apre un arco, all'interno del quale vi è un'edicola semicircolare di mattoni, destinata a una piccola statua di Mitra che non è stata ritrovata.
    Quinto ambiente Mitreo del Circo Massimo

    Sempre sulla stessa parete, in alto a sinistra, rimane un'edicola priva del bassorilievo,
    Particolare quinto ambiente Mitreo del Circo Massimo

    mentre a destra dell'arco è stato ricollocato un rilievo raffigurante l'uccisione del toro cosmico (tauroctonia), la cui morte promuove la vita e la fecondità dell'universo.
    Particolari del quinto ambiente Mitreo del Circo Massimo

    Lo stesso tema è trattato in modo più complesso nella grande lastra trovata sul pavimento dell'ultimo ambiente e in seguito collocata sul podio a sinistra, il vero gioiello di questo Mitreo, Quest’ultimo di pregevole fattura, reca l'iscrizione votiva di Tiberius Claudius Hermes, colui che commissionò l'opera: 
    Il Mitreo del Circo Massimo

"Deo Soli Invicto Mithrae Ti(berius) Cl(audio) Hermes ob votum dei typum d(ono) d(at) ("al dio Sole invitto Mitra, Tiberio Claudio Hermes in seguito a un voto offre l'immagine del dio")".

Esso rappresenta tutti gli elementi di questa religione, a sinistra: il Sole e Cautes, il dadoforo con la fiaccola alzata (ad indicare il giorno), la grotta mistica e Mitra che trasporta il toro nella grotta, sopra la quale si vede il corvo.

Il Mitreo del Circo Massimo

Al centro la tauroctonia e cioè l’uccisione del toro – episodio centrale del mito – la cui coda si trasforma in spighe di grano;

Il cane ed il serpente leccano il sangue del toro, mentre lo scorpione ne morde i genitali. 

Sulla destra la Luna, le stelle e Cautopates, il dadoforo con la fiaccola abbassata (ad indicare il tramonto e la notte).

Il rilievo va letto da sinistra a destra. 

Delle due colonne con capitello corinzio incise ai lati, quella di sinistra è in posizione normale, affiancata da simboli diurni come il Sole e Cautes; quella di destra è capovolta con i simboli notturni della Luna e di Cautopates.

Sono state rinvenute altre iscrizioni e dediche, tutte con nomi di liberti. Tutti i materiali più o meno regiati sono stati aggiunti e regalati per impreziosire il luogo di culto in vari periodi,

Vi consigliamo la visita a questo luogo misterioso.

A Roma se dice: “Stacce a sentì. Te conviene 😉


Marzia host della Casa Vacanze

IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼‍♀️